12 giugno 2012

Local Placement

Local Placement di Australia
Quale location scegliere per un film?

Il Local Placement è un tipo di Placement indirizzato non ai prodotti o ai servizi, bensì ai luoghi. 
Il territorio può essere considerato come un prodotto da piazzare in un film, anche se, mentre con un prodotto si cercano di colpire target ben precisi e si può inserire quindi, solo in determinati film, con il territorio si possono colpire più target a seconda del prodotto cinematografico nel quale lo si intende posizionare e il modo con cui lo si fa.
La modalità con la quale si decide per un inserimento territoriale può essere di due tipi:
  • territorio come PROTAGONISTA: in questi film, la location scelta è considerevolmente importante. Può modificare le sorti dei personaggi, influenzare i loro comportamenti e definirne i tratti principali. L'esempio sopra riportato del film Australia di Baz Luhrmann, mi pare chiaramente di questo tipo. Quello che spesso succede è che se la location è protagonista della storia narrata, nello spettatore nasce, già dalle poltroncine del cinema, la voglia di scavare, approfondire e ricercare una corrispondenza fra il copione e la realtà per accertare se il regista è riuscito a trasmettere per intero la magia del luogo.
  • territorio come PAESAGGIO DI CONTORNO: la location fa semplicemente da cornice per una trama che potrebbe ambientarsi anche in un altro contesto. Nel film Casino Royale, girato sul lago di Garda, gli ambienti lacustri sono ben visibili nelle scene esterne, peccato che non vi sia alcun riferimento al lago di Garda, potrebbe essere qualsisasi altro lago.
Come scegliere la location migliore?
  •  secondo elementi ARTISTICI: il territorio è scelto con l'obiettivo di esaltare la sceneggiatur.
  •  secondo elementi prettamente ECONOMICI: dipende da quanto il budget consente di spendere per la realizzazione di quel film o di quella scena.
A volte alcuni produttori cinematografici scelgono un luogo anche in funzione del turismo. Pensiamo alla serieTV Capri, andata in onda su Rai1 qualche anno fa. Quello della fiction è stato un vero e proprio investimento per la città di Capri e dintorni!
Nell'esempio di Capri, come quello del kolossal Australia, il nome della località è addirittura presente nel titolo della produzione. Altri esempi simili: Week end in Paris, To Rome with love, Vacanze romane, Elisa di Rivombrosa, e tutta la serie dei cinepanettoni, Vacanze a Cortina, Natale a Miani, Natale in India, Natale sul Nilo, Matrimonio alle Bahamas ...ecc

A mio parere, il Local Placement, è un tema molto stimolante per il mondo del cinema e del turismo; nei prossimi scritti cercherò di darvi altri spunti di pensiero ed esempi concreti su questa promozione territoriale.
Roberta

8 giugno 2012

Agenzie di Product Placement e misurabilità

Ciao a tutti! 
Dopo un pò di giorni che vi scrivo su questo argomento, credo che sia chiaro quanto il Product Placement sia una pratica difficile da attuare, una comunicazione forte, ma non invasiva, in grado di parlare ai nostri bisogni, o meglio, desideri, al pari di altre comunicazioni di massa. 
Non è affatto una passaggiata decidere di inserire i propri prodotti in un contesto cinematografico perchè occorrono molte competenze in materia e un'idea ben chiara dalla quale partire: l'obiettivo che si intende raggiungere attraverso il Placement. Non è nemmeno facile, per la produzione di un film, di un videogioco, di un videomusicale ecc.. sapere a priori quali brand ci starebbero bene, quali riuscirebbero al meglio a dare un valenza particolare ai propri personaggi.
Una complessità tale, ha favorito la nascita di agenzie di Product Placement, specializzate nel dialogo e nell'intermediazione tra clienti e produttori, tra ragioni pubblicitarie e artistico-editoriali. Tra queste cito Camelot (http://www.advcamelot.it/), la prima agenzia italiana indipendente specializzata in Product Placement e "co-marketing" cinematografico. Propaganda Gem (http://www.propagandagem.com/) invece, è la più attiva a livello internazionale.

Un punto ancora critico del Product Placement è come misurarne l'efficacia. Purtroppo non esiste un indice di misurabilità capace di determinare i ricavi incrementali apportati dal Placement. 
Misurare il concetto di coinvolgimento emozionale, sarebbe troppo complesso; mentre, misurazioni ex post (di memoria e notorietà), sarebbero anche molto costose.
E' un problema non da sottovalutare, considerando che il mercato vive di numeri e di percentuali, di indicatori che possano riassumere concetti e farci rassicurare o meno sulle cose. 

Vi saluto amici, a risentirci presto
Roberta

7 giugno 2012

Alcuni cenni sulle leggi che regolano il Placement


Ben ritrovati alla lettura di un nuovo post,
in precedenza avevo già messo in allerta i miei cari lettori a non confondere in Product Placement con la pubblicità occulta. Purtroppo quest'ultima è una realtà ancora molto presente, infatti, alcuni personaggi dello spettacolo sono disposti ad indossare, dietro pagamento, accessori di moda in vari programmi: un malcostume già perseguitato dall'Antitrust. Anche Striscia la Notizia ci ha offerto un servizio di Max Laudadio che denunciava le sponsorizzazioni occulte, dichiarate da un agente artistico (20.000 euro andavano a giocatori ed ex allenatori, durante le 10 puntate di Controcampo, per indossare maglieria firmata e 7.000 euro per portare al polso un orologio). Incredibile! E questo è solo un piccolo esempio..

Il product Placement in Italia
In Italia questa forma di pubblicità era fino a poco tempo fa additata come "pubblicità occulta" e quindi, vietata. Successivamente, con l'approvazione da parte del consiglio dei ministri del decreto legislativo varato dal ministro Urbani nel 2004, si è riformato il finanziamento pubblico del settore cinematografico, introducendo nel sistema italiano, la possibilità per le aziende di sponsorizzare i propri prodotti all'interno dei film.
In questa regolamentazione però, non era ancora inclusa la televisione.
Il ministro Urbani ha sottolineato il fatto che allora, circa l'80% dei film visionati dagli spettatori italiani, essendo prodotto straniero, conteneva "Product Placement", ovvero messaggi pubblicitari di prodotti anche inesistenti nel mercato italiano. E allora perchè non lagalizzare il comportamento di Placement anche in Italia?
Il decreto obbligava le pellicole cinematografiche ad annunciare la presenza del Placement nei titoli di coda.
Dopo la liberalizzazione della normativa, l'industria del Product Placement italiano sembra essere decollata: in un solo anno si è registrata una crescita degli investimenti del 28% superiore a quella relativa al mercato statunitense e seconda solo alla Cina. 
Questo però valeva solo per il cinema e non la televisione perchè il decreto urbani lo vietava, al contrario della legge europea che, in materia di Placement, non faceva distinzioni tra cinema e televisione. 

L'ultima legge varata per il Placement è quella del 2010. Essa si compone di 5 principali indicazioni:
  1. rimane escluso al Placement qualsiasi programma per bambino;
  2. il Placement non deve incoraggiare direttamente l'acquisto di un determinato prodotto;
  3. i telespettatori devono essere informati dell'esistenza dell'inserimento di prodotti a fini commerciali, non solo al termine dei programmi, ma anche all'inizio e alla ripresa da ogni interruzione pubblicitaria;
  4. è vietato l'inserimento di prodotti a base di tabacco e di sigarette (a questo punto rimando la lettura del post sul Placement delle sigarette come "valenza culturale");
  5. infine, è vietato l'inseriemento di prodotti mediciali.
Lo so, lo so, molti di voi staranno già passando in rassegna una serie di cartoni animati dove si nota del product placement, ricordo anche che era un cavallo di battaglia di Beppe Grillo di qualche anno fa, egli infatti voleva denunciare la società di oggi che manipola le persone e i bambini con degli stimoli subliminari. Beh, io vi ho riportato quello che è di legge. :)

A presto
Roberta

5 giugno 2012

Riflessioni aggiuntive al placement

Buongiorno a tutti voi, cari lettori. Oggi mi piacerebbe introdurre un argomento poco felice per il nostro amico Product Placement, e cioè i sui punti di debolezza, le mancanze e le critiche che gli vengono mosse.
Da ciò che abbiamo detto, potremmo già affermare che si tratta di una pratica di comunicazione molto complicata, che presuppone una serie di accorgimenti e attenzioni affinchè il prodotto mostrato, sia ben visibile, in una scena ad alto contenuto emozionale, associato a un personaggio positivo all'interno della trama ecc... Se alcune di queste premesse non vengono mantenute, ci troveremmo di fronte ad un Placement negativo. Ne approfitto per mostrarvi un video, suggerito da un amico. 


In questo video musicale, gli occhiali da sole fanno da protagonisti. Precisamente sono della marca Oakley. Per chi non sia particolarmente afferrato nell'inglese, ma anche per chi non presta troppa attenzione alle parole, può sembrare che il video descriva una situazione felice di divertimento, in cui ci sono parecchi occhiali da sole, nonostante fosse notte e per di più in un ambiente chiuso. In verità, se si ascoltasse meglio il testo, si potrebbe capire come gli occhiali sono proposti da un punto di vista negativo perchè coprono le persone e non le mostrano per quello che sono. Questa valenza negativa, viene automaticamente associata alla marca di riferimento, appunto alla Oakley. Di conseguenza potrei affermare che non si tratta di un vero e proprio Product Placement, poichè non credo che la marca in questione abbia accettato che i suoi prodotti avessero un inserimento con valenza negativa all'interno del contesto vedeomusicale. 
Probabilmente si tratta di una Placement non a carattere oneroso per l'azienda.
Da quì, il tema del gratis product Placement. Spesso i prodotti manifestati con tale modalità aumentano la notorietà, ma non sempre l'atteggiamento positivo nei loro confronti. Questo è dovuto al fatto che, senza alcun contratto, l'azienda non ha poteri sulle modalità di inserimento dei propri prodotti.

In altri casi invece, come nella serie 007, l'eccesso di Product Placement conduce ad un paradossale effetto di ritorno negativo, in cui la natura commerciale degli inserimenti è così evidente e la loro quantità tanto elevata che il consumatore reagisce in modo negativo in quanto percepisce chiaramente lo scarso realismo della rappresentazione.

Inoltre, se un prodotto è associato palesemente a un personaggio antagonista nella storia oppure a una situazione motivo di agitazione per l'osservatore, il Product Placement non avrà l'effetto desiderato. 
Concludendo, anche nelle situazioni esasperate in cui il prodotto è ripetitivamente mostrato senza alcun collegamento con la trama, genera una sorta di indignazione da parte del pubblico che causa un allontanamento dal prodotto. 

Per risolvere gli aspetti negativi del Placement, Hirschman e Thompson nel 1997, dichiarano che il consumatore è attivo nella ricezione e nella rielaborazione del messaggio pubblicitario: essi costruiscono i significati a partire dagli atti di consumo, ivi compresa l'interazione con la comunicazione di massa in base a tre processi:
  1. ISPIRAZIONE E ASPIRAZIONE: la comunicazione offre un modello di individuo o di stile di vita verso cui il consumatore si potrebbe sentire attratto. Da un lato vengono forniti simboli, icone e oggetti di consumo che ispirano il soggetto fornendo elementi da conquistare. La difficoltà del compito non è percepita in senso negativo, ma serve da stimolo a far si che lo stile di vita in questione, corredato dai sui simboli, diventi oggetto d' aspirazione.
  2. DEMOLIZIONE E RIFIUTO: sia in relazione all'eccessiva distanza tra la propria condizione e quella proposta dalla comunicazione, sia in funzione dell'esplicito riconoscimento della motivazione economica che sta dietro la comunicazione, il soggetto demolisce la struttura di significato che gli viene proposta e la rifiuta rigettandone le lusinghe. 
  3. IDENTIFICAZIONE E PERSONALIZZAZIONE: il soggetto tende ad immedesimarsi nella comunicazione e a riconoscersi in alcuni aspetti della stessa. si identifica quando pensa di possedere alcune caratteristiche contenute nella comunicazione e personalizza quando ritiene che la comunicazione stia parlando proprio a lui.
In sintesi, tramite alcuni processi, i consumatori ricevono determinati significati dalla comunicazione di massa, li elaborano in modo soggettivo e creativo e in tal modo contribuiscono all'evoluzione della cultura della propria comunità, accettandone il codice o mettendolo in discussione e, nei limiti di possiblità del singolo, modificandolo. In tal modo, anche il Product Placement determina effetti sul piano culturale, come avevamo già visto nei precedenti post.

A presto
Roberta

4 giugno 2012

I punti di forza del Product Placement

Buongiorno! Oggi, vorrei precisare quali siano i punti di forza del Product Placement.
Abbiamo ormai capito come la pubblicità abbia invaso molti degli spazi disponibili nella moderna comunicazione di massa e come cerchi di espandersi sempre di più con nuove logiche per mettersi a contatto con i target di riferimento. Con il passare del tempo e con la diffusione dei beni di marca e della comunicazione di massa quindi, le strategie di marketing dei più grandi gruppi multinazionali dedicano risorse sempre maggiori a questo aspetto.
Credo sia ora di parlare delle conseguenze positive del placement in modo chiaro e conciso.

Punti di forza:
  • una strategia ben pianificata, permette, non solo di colpire il proprio target naturale, ma addirittura di ampliarlo (geograficalmente e socialmente) con un budjet relativamente contenuto;
  • il collocamento del prodotto all'interno della pellicola rimane per sempre, non è condizionato alla programmazione, al contrario di quanto avviene per le sponsorizzazioni e la pubblicità classica;
  • non è necessario risvegliare l'attenzione dello spettatore, perche è già attiva! Ed è questo il motivo per cui il Product Placement risulta essere particolamente incisivo, indipendentemente dal tempo di esposizione. Questo avviene sopratutto se la scena in questione è di alto coinvolgimento emozionale. Eccovi un simpatico esempio:
Product Placement di Apple nel divertente film It's complicated di Nancy Mayers 
 CLICCATE QUI se desiderate vedere il trailer del film (alla fine si vede la scena con il pc Apple)
Come precedentemente accennato, l'inseriemento dei prodotti nei film può avere effetti positivi sulla notorietà e sull'atteggiamento dei consumatori nei confronti della marca. Questo effetto è dovuto alla relazione dei seguenti elementi:
- ATTRIBUZIONE: il Product Placement risulta efficace perchè non presuppone un rapporto economico diretto tra l'attore e l'inserzionista. Ciò vale, naturalmente se lo spettatore non attribuisce al film nel suo complesso, una valenza eccessivamente commerciale.
- CONDIZIONAMENTO CLASSICO: l'associazione di un divo del grande schermo al prodotto genera il trasferimento di reazioni affettive dal primo al secondo (come nei casi tradizionali di endorsement).
- IMITAZIONE: il comportamento del consumatore è spesso condizionato dall'imitazione del comportamento altrui, talvolta anche di personaggi della letteratura e del cinema. Si nota questo effetto soprattutto negli stili di vita e nell'abbigliamento.
- TRASFORMAZIONE: l'esperienza d'uso porta con sè il ricordo di altre esperienze avute con il prodotto, come l'averlo visto inserito in un film. Quanto più tali esperienze sono risultate piacevoli, tanto più lo sarà quella di utilizzo del prodotto. 

In conclusione, i produttori di film e aziende inserzioniste hanno ottimi motivi per inserire prodotti di marca all'interno dei mezzi di comunicazione moderna.

Al prossimo post per alcuni punti critici del Placement 
Roberta 

3 giugno 2012

Il Product Placement delle sigarette

Marla (Helena Bonham Carter) in Fight Club

Ciao a tutti! Stavo pensando a un tema particolarmente interessante e ho deciso di condividerlo. Mi sono un po' informata a riguardo, ma credo di avere ancora molto da cercare per poter offrire a voi, cari lettori, abbastanza materiale per le vostre riflessioni.

Mi sono sempre chiesta se, e in che misura, le sigarette possano influenzare l'immagine di un personaggio e le relative conseguenze sui consumi di chi osserva. Sarebbe semplicistico dire che funzioni allo stesso modo del classico Product Placement. Dietro ci vedo qualcosa di più articolato: non si tratta di acquistare o meno una cosa, ma di cambiare il proprio stile di vita dandogli un diverso significato, può voler dire assumere un nuovo vizio oppure omologarsi a un gruppo.

Jack (Leonardo di Caprio) in Titanic
In genere, per effetto dell'apprendimento sociale, se si ammira un determinato personaggio, lo si stima per il ruolo che ricopre, e si vorrebbe assomigliare anche solo vagamente, si è molto propensi a imitarne i comportamenti.
Questo vale in generale per le conseguenze ricercate nel Placement.
Le sigarette però hanno la possibilità di essere inserite in disparati contesti e quindi di promuovere un atteggiamento favorevole nel consumatore.



Molte volte la sigaretta è associata all'uomo forte e padrone di sè, ma soprattutto alla donna emancipata che si fa da sola, perchè decide da sè per la propria vita e spesso, è una donna in carriera.


Il cinema dunque, è un mezzo assolutamente eccellente per veicolare questi messaggi.
Vi propongo un esempio tratto da Alfie, un film che ho visto di recente.
Diretto da Charles Shyer, parla di un ragazzo amante dei piaceri della vita. Ad un certo punto della storia, il protagonista, interpretato da Jude Law, cede alla tentazione di stare con la fidanzata del suo migliore amico.


In questa travolgente scena, il fumo della sigaretta sembra quasi aleggiare tra i due attori come da cornice. La sigaretta, insieme all'alcol gioca un ruolo fondamentale per il realizzarsi della scena stessa, ne è il motivo e sostegno portante; è simbolo di condivisione tra i due e stimolo alla trasgressione.

In generale si può affermare che la sigaretta viene fumata indipendentemente dallo status sociale del personaggio, per questo potremmo vederla tra le labbra di Charlie Wilson (interpretato da Tom Hanks nel film Charlie Wilson's War) un uomo famoso e di politica, come tra le labbra di Bridget Jones (interpretata da Renée Zellweger nel film Bridget Jones's diary) una donna comune e con la testa in aria.
Questa estrema varietà d'uso e consumo della sigaretta permette alle regie dei film, di associarla ai più disparati personaggi, dando una valenza particolare per ciascuno di essi.

Ho scoperto che uno studio di ricercatori dell'Università della California, pubblicato sulla rivista "Tobacco Control", ha svelato che molti celebri autori statunitensi degli anni '30 e '40 furono pagati dall'industria del tabacco per pubblicizzare determinate marche di sigarette nei film in cui erano protagonisti, sui giornali o sulle trasmissioni tv. Gli accordi che venivano stretti tra le industrie produttrici e le cinematografie, miravano a perpetrare la pubblica tolleranza sul vizio del fumo.
Specer Tracy, Joan Crawford, Bette Davis: sono alcuni dei divi assoldati dalle multinazionali del tabacco.


Bene, credo di aver solo accennato l'argomento. Spero vi interessi e che mi diate spunto per altre riflessioni.
Un saluto a tutti
A presto
Roberta

Placement culturale e FIGHT CLUB



Buongiorno a tutti,
oggi mi sono svegliata di buona mattina con una idea strepitosa: analizzare il film Fight Club di David Fincher dal punto di vista del Placement!

Ora però, preferirei concludere il discorso precendete sugli effetti dei consumatori, aggiungendo un tassello in più alla riflessione, quello degli effetti sulla cultura.
Provate a immaginare quanto il Product Placement sia in grado di influenzare i nostri acquisti, dal momento che si presenta in un contesto culturale ben preciso; infatti, da un lato si cerca di inserire i prodotti in modo da aumentarne la notorietà e dall'altro, tali schemi si basano sulla comunicazione di massa, pubblicità e cinema compresi. INSIEME QUESTI ULTIMI CONTRIBUISCONO A TRASFORMARE NEL TEMPO LA CULTURA A CUI SI RIVOLGONO. Ci avete mai pensato? Infatti, nella società occidentale si può sostenere che la comunicazione di massa esercita un sostanziale influenzamento sul comportamento di consumo che va al di là degli effetti di campagne pubblicitarie, ma si tratta di un vero e proprio processo di RICOMBINAZIONE CULTURALE nel quale i media si scambiano concetti, simboli, personaggi, format ecc., allo scopo di confermare vicendevolmente i propri messaggi. (Turner, 1992). Questo vale per oggetti e beni di consumo, ma soprattutto per stili di vita, valori e bisogni.
A tal punto, mi viene spontaneo introdurre il concetto di Product Placement Culturale.
In questa prospettiva vengono considerati gli inserimenti che hanno a che fare con la cultura di una società: la possono esaltare, criticare oppure semplicemente descrivere. Sono quegli inserimenti che non potrebbero essere sostituiti da altri perché assumono un ruolo specifico all'interno della trama e della scena in questione.

Ora, è arrivato il momento di analizzare il film Fight Club da questo punto di vista.
Il film descrive un interessante sdoppiamento di personalità del protagonista Jack, cupo impiegato, che si trova a combattere contro il consumismo moderno e a criticare la moderna società americana.

Jack racconta la sua condizione di uomo comune: fa un lavoro poco stimolante, vive da solo, soffre d'insonnia; si realizza solo quando, nei momenti di relax, telefona al contralino Ikea e ordina pezzo per pezzo i vari componenti del suo arredamento.

Ma proprio quando il suo appartamento era quasi perfetto.. un incendio! E allora...

Tyler spiega a Jack che il vero problema è il consumismo.
Da questo video si evince come Jack inizialmente sostenga che il consumo sia l'unica cosa che lo renda "felice" o per lo meno soddisfatto; ma, in seguito alla presa di coscienza della propria condizione e la ricerca di nuovi equilibri, inizierà a demolire progressivamente i suoi punti di riferimento (tra cui beni e marche).
In una scena successiva infatti, si vede come Jack fantastica sullo sviluppo futuro dell'esplorazione spaziale  nel corso della quale saranno le società a dare il nome a tutto: la sfera stellare IBM, la galassia Microsoft, il pianeta Starbucks... Proprio da quì inizia la sua ribellione contro la comunicazione di massa e il consumismo. 

La moda è il primo dei tre settori messo in discussione esplicitamente:
Vengono citate marche di un certo prestigio come Gucci, Calvin Klein e Tommy Hilfiger. La moda è uno dei canali di comunicazione più importanti tra il mondo dei consumi e la cultura di massa e ha effetti significativi sui comportamenti individuali.

Ad un certo punto del film, Jack e Tyler iniziano a mettere in pratica atti di vandalismo, ma con le auto, se si presta attenzione, manifestano un atteggiamento selettivo: la prima è una Bmw e la prendono a mazzate, la seconda è una Ford e la risparmiano, mentre la terza, una Wolkswagen, viene nuovamente presa di mira.
Potrebbe esserci un messaggio dietro questo? l'accanimento nei confronti delle marche straniere si può associare allo stile consumistico che odiano i due, mentre la vecchia Ford non viene presa a mazzate, forse perchè rappresentava il ceto medio americano. Anche in altri film questo brand è rappresentato associato a persone e valori semplici. 

Successivamente è preso di mira e fatto espoldere anche un negozio di computer, qui si nota immediatamente il marchio Apple.

Tirando le fila del discorso, una critica così ferrata al consumismo non sarebbe stata tale senza l'inserimento di marche e beni di consumo precisi. In questo caso quindi, non ci troviamo di fronte a un classico Placement che vuole stimolare l'acquisto di prodotti, ma al contrario. Per quanto la notorietà delle marche in questione rimanga garantita, l'atteggiamento dei consumatori nei confronti di queste, potrebbe essere messo in discussione data la valenza negativa associata al film.  

Ora dovrebbe essere più chiaro il significato di Placement Culturale, se avete altri esempi da condividere sarò curiosa di leggerli!
A presto
Roberta


31 maggio 2012

Un po' di psicologia? Si dai..

Ciao a tutti!
Permettetemi due, anche tre, righe psicologiche in merito agli effetti del Product Placement sui consumatori. 
Come per la tradizionale pubblicità, anche per il Placement, gran parte della ricerca empirica è indirizzata alla misurazione della sua efficacia in relazione alle risposte dei consumatori. Così potrei citare numerosi studi condotti da autori come: 
  • Morton & Friedman (2002): hanno analizzato le implicazioni comportamentali del Product Placement e cioè, se e in che misura l'inserimento dei prodotti e delle marche all'interno del film possa condurre a una maggiore propensione all'acquisto. Quello che risulta significativo è che la modalità dell'inserimento (ad esempio se il prodotto viene presentato in chiave positiva o negativa, oppure se associato a un personaggio "buono" o "cattivo", o ancora se integrato nella storia o avulso da essa) determina gli effetti più sostanziali in due direzioni. Inserimenti positivi ed efficaci nella trama, hanno effetti positivi sul comportamento d'acquisto, mentre inserimenti negativi ed avulsi dalla trama determinano effetti contrari sul comportamento d'acquisto. 
  • Russel (2002): si è focalizzata su come i soggetti si ricordano le marche contenute nei film che hanno visto, parlando così di notorietà, e le valutazioni che danno di esse, esplorando così l'atteggiamento del consumatore rispetto alla marca. Piuttosto interessanti le sue conclusioni: "con una metodologia sperimentale si dimostra che il grado di coerenza tra l'inserimento e la storia narrata nel film influisce positivamente sull'atteggiamento e conferma le convinzioni dei consumatori in merito al prodotto, mentre la mancanza di coerenza ha effetti negativi sull'atteggiamento, ma fa aumentare il grado di notorietà"

Relazione triangolare
Vi ho proprosto sopra, un mio adattamento del modello precedente. 
Proviamo a leggerlo assieme: notiamo una relazione triangolare tra marca, personaggio e consumatore, inteso come osservatore di un film o serie tv e fruitore di videogiochi. 
  1. La prima relazione da esplorare è quella tra marca e personaggio: in essa troviamo un certo grado di valenza (atteggiamento che il personaggio manifesta nei confronti della marca) e la forza di associazione tra i due.
  2. la seconda si manifesta tra personaggio e consumatore e indica il rapporto tra i due inteso come attaccamento. Significa esplorare quanto il consumatore si senta attratto dal personaggio perchè simile a lui, perchè portatore di propri ideali o perchè assomiglia molto a come il consumatore vorrebbe essere (psicologicamente parlando, incarna il sè ideale di Rogers).
  3. infine, la terza relazione, tra consumatore e marca, è una naturale conseguenza delle prime due. Infatti, se tra un determinato personaggio tv e una marca vi è un forte legame, e se il consumatore è molto "attaccato" a tale personaggio, il suo atteggiamento nei confronti della marca si svilupperà di seguito. 
Facciamo qualche esempio? 
Forse più per i maschietti, pensate a film come Mission Impossible, oppure James Bond  e Casino Royale.. i protagonisti bellocci sono presentati con forti legami a certe marche di automobili, per lo più Audi e Bmw che vogliono trasmettere determinate caratteristiche. Quindi, se tu consumatore compri macchine del genere sei sostanzialmente simile a loro: intraprendente, forte, sempre in azione, giovanile e...guarda un pò anche affascinante! Questo non vale solo per marche di automobili, pensate agli occhiali Person o RayBan che indossano. E gli orologi Rolex?
Mentre per le femminucce, beh, ci sarebbero esempi a non finire. Basta che cito "Sex and the City". Credo che vi sia aperto un mondo fatto di brand esclusivi che parlano da soli!

Ora.. Rimarrei in attesa di vostri esempi. Sono proprio curiosa di leggerli! 
Un saluto a tutti.
A presto
Roberta

30 maggio 2012

Nascita ed esempi di Product Placement

Voilà, è arrivato il momento di parlarvi di alcuni film famosi in cui il Product Placement ha assunto un ruolo fondamentale!
Prima di tutti, come non citare il nostro amico alieno E.T!
Considerato un caso da manuale, E.T L'extraterrestre di Steven Spielberg (1982) è il primo film che dovrebbe venire in mente parlando di Placement. Il regista infatti, inserì in diverse scene le caramelle Reese's Pieces. Vi ricordate dove? Riguardando il film la scena più palese è quando il simpatico extraterrestre viene attirato nella casa del protagonista proprio da una fila di queste colorate caramelle! 


Non vi sembrano molto simili alle M&M's? ovvio!
Se volete saperne di più, la compagnia di produzione di Spielberg aveva contattato l'azienda M&M's, prima di Reese's Pieces, ma non aveva accettato di posizionare le proprie pralline di cioccolato nella scena sovradescritta perchè temeva che queste venissero associate a un alieno rugoso! Oserei dire, PESSIMA SCELTA! Le vendite di Reese's Pieces, subito dopo l'uscita del film, aumentarono del 66%, raggiungendo così, in termini di quota di mercato, i loro maggiori competitor.

Dalla vasta importanza di questo esempio, alcuni sostengono che il Product Placement sia nato proprio con E.T., ma cercando meglio con occhiali da detective, sono giunta fino al 1944 scovando il film Laura di Otto Preminger. Si trattava di un noir che narra di un detective alle prese con il mistero di una donna che visse due volte. Come ogni detective di noir che si rispetti, il protagonista antieroe ha ogni tipo di vizio, compreso quello dell'alcol, infatti, nel film è ripreso mentre beve spesso del whisky, per la precisione, un fantastico Black Pony!. Chi di noi non ha mai sorseggiato del Black Pony? La mia domanda retorica trova risposta in "nessuno", infatti la marca di whisky è stata completamente inventata dalla produzione del film! Il film fu un vero successo e riuscì ad affezionare a tal punto il pubblico al protagonista che i negozi furono presi d'assalto da consumatori desiderosi di bere il Black Pony ma, senza alcuna soddisfazione.



Grazie a questa esperienza, Hollywood capì che forse era più conveniente trovare un accordo direttamente fra la produzione del film e le aziende produttrici di beni, così da firmare contratti che avrebbero favorito entrambe le parti.
Dopo questo, posso tranquillamente affermare che il product placement è nato qui!
Se conoscete esempi più datati scriveteli così da condividerli con tutti i lettori. 

Bene, dopo aver citato i "big" del Placement, non mi resta che salutarvi sperando che l'argomento sia sempre più di vostro gradimento!
A presto
Roberta

28 maggio 2012

Precisando..

Eccomi ritornata,
il primo post è stato solo introduttivo, ora mi piacerebbe entrare nei dettagli più caratteristici di questo potente mezzo di comunicazione che stiamo inziando a conoscere...il Product Placement!

Riprendendo le parole di una famosa ricercatrice di marketing, Russel K, il Product Placement può essere suddiviso, in base al tipo di inserimento, in:
  • SCREEN PLACEMENT (inserimento visivo): il prodotto è rappresentato visivamente, può trovarsi al centro o ai lati di una scena, in primo piano o sullo sfondo. In quest ultimo caso è più difficile riconoscerlo, ma a ciò si ovvia con l'elevata frequenza o con la lunghezza del periodo di esposizione.
          Eccovi due esempi:



 
Screen Placement in primo piano di Pizza Hut



Vari Screen Placement sullo sfondo

  • SCRIPT PLACEMENT (inserimento verbale): è un tipo di inserimento meno frequente ed evidente. Consiste nel far parlare un personaggio del prodotto, a volte sottoforma di discussione, di una semplice citazione, oppure di una trasmissione telefonica o radiofonica inserita nella scena. Anche in questo caso è possibile aumentare il livello di esposizione con una ripetizione del prodotto.

  • PLOT PLACEMENT (inserimento integrato): consiste nel costruire la sceneggiatura in modo tale da attribuire al prodotto un ruolo sostanziale nello sviluppo della storia. Estremizzando...Pensate alla serie dedicata a Herbie, il maggiolino tutto matto, di Walt Disney! In questo caso l'impresa detiene un forte controllo sulle modalità di placement. Lo sviluppo del Plot Placement è stato anche stimolato dalla possibilità in ambito televisivo di realizzare programmi seriali nei quali la marca possa instaurare una connessione di lungo periodo. Infine, potrei azzardare dicendo che questo tipo di inserimento si usa soprattutto nei videogiochi, in cui il consumatore non è solo spettatore passivo, ma fruitore attivo, in cui la marca può essere non solo integrata nella trama, ma diventare oggetto di esperienza diretta da parte dell'individuo.  
Plot Placement in FIFA 2012 di Castrol (azienda di lubrificanti e oli motori)

Il caso di giochi elettronici è particolarmente evidente per il pubblico dei giovani fino ai 30 anni circa. In essi, alcune imprese possono collocare la propria marca e/o prodotto mediate contratti di Product Placement, contribuendo a dare veridicità al contesto il cui si svolge il gioco. Nel caso sopraindicato, il Plot Placement si mostra sottoforma di sponsor a bordo campo; questa modalità è spesso usata anche nei giochi di tennis e di Formula 1. Ma vi dico di più, il giocatore del videogioco può persino scegliere lo sponsor che più gli piace selezionandolo da una lista di sponsor preimpostati da EA SPORT!

Nonostante queste 3 distinzioni di inserimento, in linea di massima, il Product Placement è utilizzato nelle varie sceneggiature con una combinazione di questi.
Ogni varietà presuppone obiettivi diversi e ovviamente, diversi effetti sugli spettatori.

Per concludere, si può affermare che il Product Placement funziona all'esatto opposto della pubblicità: mentre quest'ultima si inserisce, in un contenuto altrui interrompendolo, nel placement, vi entra come ospite, oppure come intruso a seconda dei punti di vista :) Ma soprattutto, il placement risulta particolarmente incisivo dal momento che non occorre risvegliare l'attenzione dello spettatore, perchè è già attiva e...non è sottoposto ai rischi dello zapping!

Che dite, inizia a interessarvi questo tema?
Nel prossimo post vi offrirò tanti, ma tanti esempi che vi apriranno gli occhi!

Un saluto a tutti, a presto
Roberta

26 maggio 2012

Ciak... si inizia!

CIAO! Un saluto sincero e caloroso a tutti i lettori del mio nuovo blog. Sono Roberta, una studentessa di psicologia affascinata dal mondo del marketing, della pubblicità e del cinema. Mi piacerebbe confrontarmi con le vostre idee e opinioni a riguardo e quinidi, senza timori scrivete, scrivete e scrivete!

Chissà quante volte avrete visto del Product Placement alla tv, al cinema, mentre giocate con i vostri videogiochi preferiti... chissà quante volte siete stati "vittima" di questa pubblicità quasi nascosta che vi ha indotti ad acquistare o anche solo a pensare a un certo prodotto... Questo blog vuole essere uno strumento per conoscere il Product Placement con la giusta critica di chi non si ferma alle apparenze, ma scava nel fondo delle cose per conoscere i fili dell' imponente burattinaio d'oggi, chiamato Mass-Media.   

Bando alle ciance... Cosa si intende per Product Placement?

E' UNA SOFISTICATA TECNICA DI COMUNICAZIONE AZIENDALE CHE CONSISTE NEL POSIZIONARE UN PRODOTTO O UN BRAND ALL'INTERNO DI UN CONTESTO NARRATIVO (pellicola cinematografica o televisiva, romanzo, video musicale, videogioco) RIUSCENDO AD INTEGRARSI IN ESSO. 

Product placement: Apple
Dal punto di vista del marketing questa modalità di comunicazione ha l'obiettivo di creare e gestire nel corso del tempo la notorietà della marca, modificando secondo le esigenze, i significati associati al prodotto.
Inoltre, questa pratica, si inserisce in un fenomeno di più ampia portata che non necessariamente è ricondotto a una transazione commerciale. A volte infatti, l'inserimento di un determinato prodotto, marca o servizio non è direttamente voluto dall'azienda di riferimento, ma richiesto da registi e sceneggiatori per rendere la scena più realistica. Un mondo neutro da qualsiasi brand (unbranded)sarebbe poco verosimile. Provate a pensare a una festa di compleanno senza un bottiglia di Coca Cola, oppure a un distributore che riporta la scritta "benzina" o ancora, a birre con l'etichetta "birra"; sarebbe insopportabile per il regista, ma anche per gli spettatori. Non credete?

Ma, ATTENZIONE, a non confondere il Product Placement con la pubblicità occulta!. Quest'ultima consiste in una comunicazione pubblicitaria non regolata da alcuna norma, quindi illegale e con il solo scopo di persuadere e indurre determinati comportamenti.

Benissimo, adesso dovrebbe essere chiaro il significato del Product Placement... nei prossimi post vi aggiungerò degli interessanti esempi e degli spunti di riflessione sull'usabilità di questo potente mezzo di comunicazione.

A presto!
Roberta